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Immidem: i primi risultati del progetto PDF Print E-mail

immidem logo“Towards diversity-sensitive prevention, diagnosis, and management of cognitive disorders: sharing the findings of the immidem project” è il titolo del Convegno svoltosi online il 24 febbraio - organizzato dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS), Centro Nazionale per la Prevenzione delle Malattie e la Promozione della Salute.

Il meeting virtuale è stata un’occasione per sottolineare l'esigenza di sviluppare un modello di approccio clinico e presa in carico delle persone con demenza che sia sensibile alle diversità culturali presenti nelle nostre società. Particolare attenzione è stata rivolta ai disturbi cognitivi nei migranti, alla neuropsicologia cross-culturale, all'organizzazione dei servizi e al tema della prevenzione. Questi aspetti sono stati inquadrati nel contesto più generale delle politiche messe in atto a livello europeo sul tema dell'invecchiamento e della migrazione.

Ma l'incontro è stata anche l'occasione per discutere i risultati di Immidem, progetto  finanziato dal Ministero della Salute e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, a cui ha partecipato il DEP Lazio oltre a ricercatori dell’Ospedale Sacco di Milano, e sviluppato per raccogliere dati sulle dimensioni e le implicazioni in termini di salute pubblica del fenomeno della demenza nei migranti che vivono in Italia.

Dall’indagine realizzata dall’Immidem Study Group emerge che “Sono circa 4.500 i migranti con disturbi cognitivi che, nel corso del 2019, si sono rivolti a 343 Centri per i Disturbi Cognitivi e le Demenze (CDCD) sparsi sul territorio nazionale e circa 2.000 di loro sono stati sottoposti a valutazione neuropsicologica. Inoltre, più di un terzo dei Centri aveva registrato un aumento del numero di migranti nel corso degli ultimi cinque anni”.

In particolare, nell’ambito del progetto, il DEP ha condotto un’analisi per identificare i migranti residenti ed assistiti nella Regione Lazio (presa come esempio per caratterizzare il fenomeno a livello regionale e capire se fosse possibile replicare il processo in altre Regioni) affetti da demenza, utilizzando un algoritmo validato e basato sui dati dei Sistemi Informativi Sanitari (SIS) regionali. I dati ci dicono che nel Lazio la popolazione assistita e residente al 31 dicembre 2018 di età uguale o superiore ai 50 anni è pari a poco più di 3 milioni e 200mila persone. Tra queste sono state identificate – utilizzando l’algoritmo basato sui sistemi informativi – 38.460 persone con demenza di età ≥50 anni, 37.280 (97%) nate in Italia, 337 (0,8%) nate in paesi a sviluppo avanzato (PSA) e 843 (2,0%) in paesi a forte pressione migratoria (PFPM). La prevalenza della demenza è risultata pari all’1,1% tra i nati in Italia, allo 0,6% tra coloro che sono nati in PSA e infine dello 0,3% tra i nati in PFPM.
Si è osservata una diversa distribuzione per genere ed età tra le tre popolazioni, con una maggiore proporzione di donne tra i nati in PSA e di persone di età compresa tra i 50 e i 74 anni tra quelli nati in PFPM.

Anche se quanto emerge è probabilmente solo una sottostima della popolazione affetta da demenza, sono queste le persone che i sistemi informativi consentono di identificare, che costituiscono comunque una risorsa molto importante per valutare e monitorare la salute di questa popolazione.

Per conoscere ulteriori dettagli del progetto Immidem vi rimandiamo alla pagina del sito relativa al contributo dei sistemi informativi, o più generalmente all'homepage.

 

 



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