Infezione da SARS-CoV-2 in pazienti in dialisi: incidenza ed esiti nel Lazio |
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Inoltre il tipo di trattamento, che richiede di recarsi in strutture dedicate per effettuare la dialisi per circa 3 volte a settimana, aumenta il rischio di contatti. Pertanto nel marzo 2020 il Registro Regionale Dialisi e Trapianti (RRDTL) ha implementato un questionario per raccogliere informazioni sui dializzati che hanno sviluppato infezione da SARS-CoV-2. Le informazioni raccolte riguardano: le cause e i sintomi al momento dell’infezione, il decorso e gli esti della patologia. Nel periodo in studio (marzo-dicembre 2020), nel Lazio risultano dializzati 4942 individui: il 65,5% sono maschi con età media di 68,5 anni. Il numero di individui con infezione da SARS-CoV-2 è 256: il 64.1% sono maschi con una età media di 68,4 anni. La distribuzione delle infezioni per mese riflette l’andamento dell’infezione nella popolazione generale e l’incidenza cumulativa è di 5,18% (95% CI 4,58–5,85). I fattori associati all’aumento del rischio di infezione sono risultati: essere nati all’estero; avere un basso livello di istruzione; avere la malattia renale cistica o nefropatia familiare; essere trattati in centri di dialisi appartenenti alla ASL Roma 2. Tra i 256 pazienti affetti da COVID-19, 59 sono morti entro 30 giorni dalla data di positività del tampone, il 64,4% di questi erano maschi, l’età media era di 74,4 anni. Il tasso di mortalità aggiustato per genere ed età è risultato pari a 21,0%. I fattori associati alla mortalità a 30 giorni sono risultati: l'età ≥85 anni, la malnutrizione e la febbre al momento del tampone. Questo studio mette in evidenza una maggiore suscettibilità dei pazienti in dialisi all’infezione da SARS-CoV-2, che risulta di circa 3 volte superiore rispetto a quella della popolazione regionale. Il rischio di mortalità per i dializzati con infezione da SARS-CoV-2 di circa 5 volte superiore rispetto a quello dei dializzati rivela un livello alto di gravità dell’infezione. |