Ospedalizzazione evitabile per scompenso cardiaco in una coorte di cittadini italiani e immigrati |
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Le coorti hanno incluso più di 4 milioni di residenti, tra i 18 e i 64 anni, tra il 2001 e il 2013. Lo scompenso cardiaco rappresenta una condizione con un impatto elevato in termini di aumento di mortalità e morbilità e diminuzione della qualità della vita, impatto che può essere maggiore nella popolazione immigrata, spesso a rischio di malattie cardiovascolari ed esposta a diagnosi e presa in carico tardive da parte dei servizi di cura a causa di svariate barriere nell’accesso all’assistenza sanitaria. L’ospedalizzazione evitabile viene spesso usata come indicatore di accessibilità e qualità dell’assistenza primaria. Lo studio, primo condotto in Europa nel suo genere e pubblicato sulla rivista scientifica “Circulation: Heart Failure”, mostra che gli uomini provenienti da Europa centro-orientale e Africa settentrionale e le donne dall’Africa subsahariana presentano un tasso di ospedalizzazione per scompenso cardiaco maggiore rispetto agli italiani (rispettivamente +26%, +99%, +114%). Questi risultati suggeriscono la necessità di una maggiore attenzione verso la popolazione immigrata che risulta vulnerabile rispetto al ricovero per scompenso cardiaco, nell’ottica del perseguimento della qualità delle cure offerte equamente a tutta la popolazione residente. |