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Registro Regionale Dialisi e Trapianti Lazio (RRDTL)

Risultati dallo studio OUTPUL PDF Print E-mail

Uso dei broncodilatatori a lunga durata d’azione nei pazienti con BPCO

- La Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) rappresenta la quarta causa di morte nel mondo. Il trattamento regolare con broncodilatatori a lunga durata d’azione è determinante per controllare i sintomi della malattia, ridurre le riacutizzazioni e migliorare la qualità della vita. Nella regione Lazio è stato condotto uno studio di popolazione per valutare l’utilizzo dei broncodilatatori in pratica clinica ed individuare gli eventuali scostamenti dagli standard terapeutici. Sulla base dei sistemi informativi sanitari correnti, 11452 pazienti dimessi dall’ospedale con diagnosi di BPCO tra il 2006 e il 2008 sono stati osservati per due anni, a partire dalla dimissione ospedaliera. Il follow-up è stato suddiviso in segmenti semestrali, per valutare dinamicamente le prescrizioni di beta-agonisti a lunga durata, tiotropio e corticosteroidi inalatori (ICS).

Secondo i risultati dello studio, il 6,4% dei pazienti ha iniziato il trattamento con almeno sei mesi di ritardo, il 31,1% ha assunto i farmaci in maniera discontinua e il 12,1% ha assunto per almeno un semestre ICS in monoterapia, uno schema terapeutico non appropriato per il trattamento della BPCO. Solo il 34,8% ha assunto regolarmente (almeno una prescrizione ogni sei mesi) broncodilatatori a lunga durata d’azione nei due anni di follow-up.

Le analisi hanno evidenziato un uso improprio dei farmaci respiratori nei pazienti con BPCO ed un evidente sottoutilizzo dei broncodilatatori a lunga durata d’azione. Tuttavia, la metodologia utilizzata non consente di quantificare quanta parte di questa "deviazione dalle linee guida" è attribuibile al comportamento del paziente, all'approccio terapeutico raccomandato al momento della dimissione, alle consulenze specialistiche dopo la dimissione o alle indicazioni del medico di medicina generale.

Da un lato, studi condotti in altri paesi hanno mostrato una scarsa aderenza alle linee guida da parte dei medici di medicina generale: spesso la BPCO non viene diagnosticata o viene trattata impropriamente. Dall’altro lato, anche l'impegno del paziente ad aderire al trattamento ha un peso determinante. L'educazione del paziente sugli aspetti rilevanti della malattia - includendo ripetute istruzioni su come utilizzare i dispositivi di inalazione - e la sua motivazione, basata sulla consapevolezza dei benefici di un appropriato utilizzo del farmaco, potrebbero aumentare l'aderenza ai regimi terapeutici.

Questo lavoro è parzialmente finanziato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), bando 2008 "Ricerca indipendente sui farmaci"

 

Per saperne di più:

Abstract dello studio

 



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