Utilizzo appropriato del trastuzumab nel Lazio: un possibile risparmio per il SSR? |
![]() |
![]() |
![]() |
Il DEP, nell’ambito delle attività della Commissione Regionale Farmaci (CoReFa) della Regione Lazio, e con un gruppo di lavoro composto da clinici e metodologi, ha analizzato le prove di efficacia e di sicurezza ad oggi disponibili per le diverse formulazioni di trastuzumab, tenendo conto anche della recente disponibilità dei biosimilari e prestando particolare riguardo al fenomeno del potenziale switch tra diverse opzioni terapeutiche. Nel Lazio nel 2018 sono stati identificati 22.214 cicli di trastuzumab (pari a un costo di 33 milioni di euro) relativi a 2407 pazienti, dei quali poco più della metà come nuovi utilizzatori. Il 46,8% dei cicli è stato somministrato per via SC, mentre l’utilizzo del biosimilare è stato osservato a partire dal mese di ottobre ed ha riguardato 143 cicli (0,6%). Nel 68,4% dei casi il trastuzumab è stato erogato in monoterapia, e tra i cicli in terapia concomitante il 17,3% veniva somministrato per via SC, nonostante la presenza di altro farmaco somministrato per via EV. Il pattern prescrittivo del trastuzumab è risultato eterogeneo per struttura di erogazione. Attraverso i dati di utilizzo delle diverse formulazioni disponibili per il trastuzumab, e tenendo conto dell’appropriatezza prescrittiva, è stato possibile identificare uno scenario di convenienza economica per il Servizio Sanitario Regionale grazie al maggior utilizzo del biosimilare. Sulla base dei dati disponibili è stato stimato un possibile uso del biosimilare EV pari al 55% dei consumi, riducendo così l’uso dell’originator EV al 10% e dell’originator SC al 35%: tutto ciò porterebbe ad ottenere un risparmio di oltre 7 milioni di euro. Cliccando qui trovate il link alla pubblicazione. |