L’esposizione a bassi livelli di inquinamento atmosferico durante la gravidanza aumenta il rischio di basso peso alla nascita |
Secondo una ricerca relativa ad un insieme di studi di coorti di nati, appena pubblicata sulla rivista The Lancet Respiratory Medicine, è stato stimato che per ogni incremento di 5 microgrammi per metro cubo (5μg / m³) di esposizione, durante la gravidanza, alle particelle sottili (PM2.5), prodotte dal traffico e da sorgenti industriali, il rischio di basso peso alla nascita in gravidanze a termine aumenta del 18%. È importante sottolineare che questo aumento del rischio persiste a livelli inferiori al limite annuale di qualità dell'aria dettato dall'UE e adottato dalle leggi nazionali pari a 25μg / m³. Utilizzando i dati dello “European Study of Cohorts for Air Pollution Effects” (ESCAPE) , i ricercatori hanno analizzato congiuntamente i dati di 14 studi di coorte provenienti da 12 paesi europei, per un totale di oltre 74.000 donne che hanno portato a termine una gravidanza singola tra febbraio 1994 e giugno 2011. L’Italia ha partecipato allo studio con la coorte GASPII (Genetica e Ambiente: Studio Prospettico sull’Infanzia in Italia ), arruolata a Roma tra il 2003 e il 2004 dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario del Lazio. I bambini di questa coorte sono attualmente seguiti nel loro sviluppo e lo studio rappresenta un esempio per lo studio delle principali patologie dell’infanzia. I ricercatori hanno stimato che se i livelli di PM 2.5 fossero ridotti a 10 ug/m³ (valore medio annuale secondo le linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità), si potrebbe evitare il 22% dei casi di basso peso alla nascita in gravidanza a termine.
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