Inquinamento atmosferico nel Mediterraneo Orientale: è tempo di agire |
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Il particolato fine (PM2.5) e il biossido di azoto (NO2) superano di gran lunga i limiti dell’OMS, con contributi significativi da fonti naturali (principalmente polveri desertiche) e antropiche. Nonostante alcuni progressi, la gestione della qualità dell’aria è insufficiente in molti Paesi della regione. Il settore sanitario può svolgere un ruolo cruciale attraverso prevenzione, sorveglianza, allerta precoce e promozione di politiche multisettoriali per ridurre l’inquinamento atmosferico. Tuttavia, i tassi di mortalità attribuibili all’inquinamento sono aumentati negli anni, evidenziando l’urgenza di un approccio più efficace e coordinato. È necessario pianificare e condurre studi multicentrici di epidemiologia ambientale nella regione, al fine di produrre nuove evidenze scientifiche sugli effetti avversi dell’inquinamento atmosferico nel Mediterraneo Orientale, aumentando così la consapevolezza delle autorità locali sulla gravità del tema. |