Trattamenti immunosoppressivi dopo trapianto di fegato: risultati dello studio CESIT |
Nell'ambito del progetto CESIT, il DEP ha condotto uno studio osservazionale in quattro regioni italiane tra il 2009 e il 2019, esaminando l'uso dei trattamenti immunosoppressivi dopo trapianto di fegato in 750 pazienti con cirrosi e 1159 con carcinoma epatocellulare (HCC). L’obiettivo era confrontare i profili di rischio/beneficio dei trattamenti, in particolare quelli basati su Tacrolimus (che negli anni ha visto un uso crescente in combinazione con altri farmaci, come Micofenolato e inibitori mTORi), rispetto alla monoterapia. I risultati hanno mostrato che, nel tempo, la monoterapia a base di Tacrolimus è stata utilizzata nel 40% dei casi, mentre il ricorso a politerapie con aggiunta di ulteriori immunosoppressori è aumentato. È emerso un rischio maggiore di mortalità nei pazienti con cirrosi trattati in monoterapia rispetto a pazienti sottoposti a Tacrolimus in associazione a Micofenolato. Non sono stati evidenziati ulteriori profili di rischio tra le diverse combinazioni immunosoppressive analizzate. In conclusione, lo studio suggerisce un cambiamento nelle pratiche terapeutiche post-trapianto, con preferenza per le terapie combinate rispetto alla monoterapia. L’aumentata mortalità nei pazienti cirrotici sottoposti a Tacrolimus in monoterapia necessita però di ulteriori approfondimenti al fine di ottimizzare i piani terapeutici rivolti ai pazienti dopo trapianto di fegato. |