Prezzi dei farmaci antitumorali ed esiti clinici: c’è una correlazione? |
Esiste una correlazione tra il prezzo dei farmaci antitumorali rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale in Italia e gli esiti clinici associati al loro utilizzo? Il costo elevato dei nuovi farmaci antitumorali sta sollevando un acceso dibattito tra tutti gli attori coinvolti a livello globale riguardo la sostenibilità dei diversi sistemi sanitari. Ciò è particolarmente rilevante nell’ambito dei servizi sanitari come il nostro, che ambiscono a garantire un accesso universale a tutte le terapie farmacologiche efficaci ed essenziali. Uno studio condotto dal DEP si è posto l’obiettivo di verificare se l’approccio decisionale utilizzato in Italia sia in grado di garantire una valorizzazione dei farmaci antitumorali correlata agli esiti clinici misurati nei pazienti trattati con questi medicinali. È peraltro la prima volta che un paese con negoziazione del prezzo centralizzata effettua un’analisi simile. In questo studio sono stati inclusi 30 nuovi farmaci antitumorali (con 35 indicazioni). Laddove erano disponibili dati sull'Overall Survival (OS) non abbiamo osservato alcuna correlazione tra il miglioramento dell'OS mediana (in settimane) e il prezzo negoziato (R2 = 0,067, n = 16 farmaci per 17 indicazioni). Quando i risultati clinici sono stati espressi come miglioramenti nella Progression Free Survival (PFS) mediana o Objective Response Rate (ORR), di nuovo, non è stata osservata alcuna correlazione con i prezzi (R2 = 0,004 e 0,006, rispettivamente). Alla luce di questi risultati, possiamo affermare che i prezzi dei farmaci antitumorali in Italia non seguono proporzionalmente il peso del loro beneficio terapeutico, e la negoziazione dei prezzi – qui obbligatoria per legge - non sembra garantire una correlazione con i benefici clinici forniti dai farmaci stessi. Cliccando qui trovate l'articolo. |