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L’impatto ambientale e sanitario delle emissioni dell’impianto siderurgico di Taranto e della centrale termoelettrica di Brindisi PDF Stampa E-mail

ilvaNell’ambito del progetto "CCM EpiAmbNet “Ambiente e Salute nel PNP 2014-2018", finanziato dal Ministero della Salute e coordinato dal DEP, è stato condotto uno studio per stimare gli impatti ambientali e sanitari associati all’esposizione a PM2,5, originato dalle emissioni dell’ex ILVA di Taranto e della Centrale ENEL di Brindisi.

 

La Puglia, con la legge regionale 21/2012, ha introdotto la Valutazione del Danno Sanitario (VDS) nell’Autorizzazione Ambientale Integrata(AIA); nell’ambito del sovracitato progetto è stata dunque realizzata una valutazione integrata di Impatto ambientale e sanitario (VIIAS) con approccio epidemiologico, in relazione a due scenari emissivi costruiti a partire da dati misurati (pre AIA e in corso di AIA) ed uno scenario predittivo basato sugli adempimenti delle prescrizioni delle specifiche AIA. È stata inoltre sperimentata la possibilità di formulare un giudizio di accettabilità del rischio stimato utilizzando l’approccio VIIAS, allo scopo di fornire indicazioni immediate sulla necessità o meno di adottare limiti ambientali più stringenti.

Confrontando lo scenario emissivo pre-AIA con quello post-AIA in entrambe le aree in studio, il numero dei decessi attribuibili al contributo aggiuntivo di PM2,5 dell’ex ILVA di Taranto e della centrale ENEL di Brindisi appare in diminuzione. Tuttavia il rischio di sviluppare il tumore al polmone nell’area di Taranto è risultato non accettabile (superiore a 1x10-4) negli scenari 2010 e 2012 e, limitatamente al quartiere Tamburi situato a ridosso dell’ILVA, anche nello scenario 2015, caratterizzato da una produzione dell’ex ILVA di 4,7 Mton, quindi pari a poco più della metà rispetto a quella autorizzata dall’AIA (8 Mton) ma senza il completamento delle misure di contenimento delle emissioni diffuse (es. copertura parchi). Per Brindisi, invece, le stime di rischio sono comprese nel range di discrezionalità per tutti gli scenari (ovvero tra 10-6 e 6x10-5).

Da un punto di vista di sanità pubblica, la stima di un rischio non accettabile a Tamburi sollecita un’attuazione degli interventi previsti a tutela della salute della popolazione residente, e una valutazione delle attuali previsioni del Piano ambientale per verificarne gli impatti sanitari futuri.

Cliccando qui potete trovare l’articolo.

 



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