Differenziali di mortalità tra immigrati e italiani residenti a Roma a cavallo della grande recessione |
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A fronte del miglioramento della salute osservato negli ultimi 50 anni, vi sono gruppi vulnerabili di popolazione che non sempre ne traggono benefici in termini di mortalità, tra cui gli immigrati che subiscono un impoverimento del loro stato di salute all’aumentare della permanenza nel paese di arrivo; inoltre è ipotizzabile che abbiano subito l’impatto negativo della grande recessione più duramente degli italiani. L’impoverimento del patrimonio di salute degli immigrati, oltre a rappresentare una sconfitta del paese dal punto di vista etico, può avere profonde ripercussioni nella società per l’importante ruolo che questi rivestono come sostegno alla crescita demografica e a nevralgici settori del mercato del lavoro. I risultati dello studio possono dunque essere destinati a decisori in ambito sanitario e sociale. I risultati mostrano una minore mortalità degli immigrati rispetto agli italiani e una riduzione della mortalità in entrambe le popolazioni nel tempo. Tale tendenza ha però subito un rallentamento negli immigrati successivamente alla crisi economica. Si osservano differenze per sesso e area di provenienza che suggeriscono una maggiore vulnerabilità delle donne africane e degli uomini dell’Europa centro-orientale. Questo studio è complesso per via di fattori di confondimento difficilmente misurabili e di processi di selezione della popolazione. La metodologia adottata ha tuttavia consentito l’analisi di importanti ipotesi sui pattern di mortalità i cui risultati suggeriscono una maggiore vulnerabilità degli immigrati all’impatto di eventi catastrofici come, nello specifico, la recessione. |