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Associazione tra temperatura dell'aria, inquinamento atmosferico e ricoveri per tromboembolismi venosi in Italia PDF Stampa E-mail

tromboembolismiIl progetto nasce dalla collaborazione tra l’unità di Epidemiologia Ambientale del DEP Lazio e la Fondazione Veronesi, con lo scopo di indagare la relazione tra l’esposizione di breve periodo all’inquinamento atmosferico e alla temperatura dell’aria e un gruppo specifico di malattie cardiovascolari, che è il terzo per frequenza di ricoveri tra questo tipo di patologie: i tromboembolismi venosi, composto da Embolie Polmonari (EP) e Trombosi Venose (TV).

In questo studio sono stati raccolti, tramite l’informazione proveniente dalle SDO, tutti i ricoveri ospedalieri occorsi tra il 2006 e il 2015 in ciascuno degli 8.094 comuni italiani, per un totale di 219.952 ricoveri ospedalieri per EP e 275.506 per TV. Inoltre, è stato proposto un focus stagionale dell’effetto della temperatura dell’aria sugli esiti in esame.

I risultati dell’analisi su tutto l’anno hanno evidenziato una debole associazione tra le esposizioni e gli esiti in studio. Tuttavia, l’analisi stagionale ha mostrato un incremento percentuale di ricoveri per embolie polmonari per decremento di 1°C della temperatura dell’aria nei 10 giorni precedenti (lag 0-10), sia in autunno (1,07% [IC95%: 0,21-1,92%]) che in inverno (0.96% [IC: 0,07-1,83%]). In estate si è osservato un incremento del rischio all’aumentare della temperatura.

I risultati mostrano un effetto significativo della temperatura dell’aria sui ricoveri per embolie polmonari nelle stagioni fredde e in estate. Non è stato rilevato, invece, alcun effetto dell’inquinamento atmosferico.

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